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venerdì 1 giugno 2012

Rifiuti: quattro impianti sotto inchiesta Sono di Ama e Cerroni: funzionano solo al 30%

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Dubbi sulle strutture per il trattamento dell'immondizia. I carabinieri pronti a riferire ai pm. Discarica di Testa di Cane: coinvolti due dirigenti della Regione

dal sito http://roma.corriere.itRinaldo Frignani e Ilaria Sacchettoni

ROMA - Da una settimana c'è un nuovo fronte d'indagine sui rifiuti. La Prefettura ha richiesto al comando provinciale dei carabinieri una serie di accertamenti sul funzionamento dei Tmb, gli impianti per il trattamento meccanico biologico con i quali vengono separate, meccanicamente appunto, le varie componenti dei rifiuti. Si tratta di quattro centri - due a Malagrotta di proprietà di Cerroni, uno a Rocca Cencia e un altro al Nuovo Salario, entrambi dell'Ama - sui quali si è concentrata l'attenzione degli investigatori del Nucleo operativo ecologico dell'Arma, già protagonista negli ultimi mesi di alcune importanti operazioni. La richiesta del prefetto Giuseppe Pecoraro è stata chiara: accertare in che modo e quanto operino i Tmb e se ci siano delle irregolarità. Anche se le indagini sono appena all'inizio e sebbene il regolare funzionamento degli impianti sia comunque collegato direttamente a una discarica che assicuri il ciclo di smaltimento, gli investigatori si appresterebbero a inviare un rapporto in procura. Il sospetto è che alcuni degli impianti non funzionino a pieno regime e si vuole accertare a questo punto per quale motivo. In questo caso, oltre a irregolarità di natura amministrativa, potrebbero emergere anche reati penali. Ma per il momento le indagini sono solo al primo step, anche se non si escludono novità nei prossimi giorni.
Intanto, con una svolta che precede la chiusura delle indagini (entro la fine del mese) il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari ha incluso nell'inchiesta sugli abusi della Giovi srl a Testa di Cane, al confine con Malagrotta, due funzionari regionali. Si tratta di Mario Marotta, direttore dell'assessorato alle Attività Produttive (con delega ai rifiuti), e del suo collaboratore Luigi Minicillo per i quali giovedì è scattata l'elezione di domicilio che precede l'iscrizione nel registro degli indagati. La relazione su quanto stava avvenendo nell'area di proprietà di Cerroni era sulle loro scrivanie ma è stata trasmessa alle autorità tre mesi dopo. Quando ormai la Giovi srl aveva trasformato l'area al confine con Malagrotta in un'appendice surrettizia della discarica esistente, con oltre 13.800 metri quadri di vasche al posto dei 9mila. Il tutto senza alcuna valutazione scientifica dell'impatto ambientale in un'area già sottoposta a pressione dove le falde acquifere, cariche idrocarburi, fenoli e clorobenzeni sono a rischio. Il primo a sollevare dubbi su possibili complicità tra la Giovi srl e gli uffici regionali era stato Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, che sulla moltiplicazione di cubature a Testa di Cane aveva presentato un'interrogazione.
Quanto all'amministratore delegato della Giovi srl, Francesco Rando, è stato iscritto nel registro degli indagati a novembre. Nei suoi confronti il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari ha ipotizzato il reato di abuso edilizio

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