Tutto era nato a seguito del
fatto che il Comitato No Inceneritori aveva segnalato per l’inceneritore di
ACEA la mancata Autorizzazione Unica prevista dal decreto 387 del 2003 e che si
occupa proprio dell’aspetto degli incentivi pubblici dati alla produzione di
energia, molto contestati proprio dai comitati e associazioni, considerati una
vera speculazione. L’impianto quindi ha una Autorizzazione Integrata Ambientale
valida per il funzionamento, ma non quella valida per il riconoscimento degli
incentivi e che oggi sembra essere un problema per Gse e Provincia. GreenAsm e ACEA secondo noi dovrebbero chiedere alle istituzioni che, anni
addietro, hanno valutato positivamente il loro assetto autorizzativo, perché adesso
abbiano cambiato idea.
La storia. Ad
una nostra richiesta di chiarimenti in merto alla mancata Autorizzazione Unica inoltrata
in Regione e per conoscenza al GSE contenuta nellle Osservazioni alla richiesta
inoltrata da ARIA srl(Acea) di bruciare i rifiuti urbani, il GSE (l’ente cioè che
eroga gli incentivi) il 26 gennaio ci ha risposto”...(il Gse) al riguardo ha avviato ai sensi del predetto
art.42 (del decreto 28 del 2011, ndr )un’interlocuzione con le Amministrazioni
interessate, al fine di assumere eventuali determinazioni in merito al
riconoscimento degli incentivi”. Sulla base di questa risposta abbiamo
quindi rigirato la richiesta alla Provincia per sapere quale fosse stato il suo
parere espresso al procedimento aperto dal GSE. Solo li abbiamo saputo che non
solo l’inceneritore di ARIA srl, ma anche il biodigestore GreenAsm e il biogas
da discarica di SAO (sempre di ACEA) fossero sprovvisti dell’autorizzazione
agli incentivi. La risposta dell’ufficio del Settore Ambiente e Difesa del
Suolo della Provincia di Terni appare sufficientemente chiara, soprattutto nell’incipit,
di cui uno stralcio “Premesso che le
Società in epigrafe non hanno mai inoltrata, alla scrivente Amministrazione,
formale istanza di rilascio della Autorizzazione Unica, ai sensi dell’art. 12,
comma 3 del D.Lgs. 387/2003, non avendo pertanto legittimità ad esercire ai
sensi di tale normativa;”.
Se
quindi il GSE approvò l’assetto autorizzativo, cioè l’Autorizzazione Integrata
Ambientale più la Valutazione di Impatto Ambientale ma senza la specifica
autorizzazione valida per gli impianti a fonti rinnovabili, ed oggi ponga dei
problemi, si evince appunto che c’è forse un problema procedurale in capo appunto al Gestore dei Servizi Energetici.
Dire
che le nostre obiezioni sono strumentali e mal interpretate quindi è forse un
modo per evitare di rendere pubblici pareri espressi da istituzioni competenti
in materia.
Comitato
No Inceneritori
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